Paola Chiesa

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  • in risposta a: Attacco d’ansia #1614
    Paola Chiesa
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    Carissima Mara, non c’è una ragione specifica che scateni la cosidetta “crisi di panico”, ma semmai concorrono diversi fattori legati ad una situazione di stress emotivo, di tensione, di cambiamento, di perdita di sicurezza. Anche l’utilizzo di sostanze stupefacenti può alimentare il disturbo. Ti consiglio di non creare un circolo vizioso attorno a questo singolo episodio, cerca di non dargli più peso del necessario e fidati del parere del tuo medico che ti conosce da tanto tempo.

    in risposta a: Avrà mai una vita normale? #1555
    Paola Chiesa
    Moderatore

    Cara mamma di Aron, non lasciarti trasportare dalla disperazione e guarda al disturbo di tuo figlio con un approccio più costruttivo. Una diagnosi precoce è fondamentale per un’evoluzione positiva del disturbo. Anni fa ho avuto un piccolo paziente con una situazione simile e, grazie ad un intervento mirato ed efficace, ha superato i suoi problemi e ormai conduce una vita normale. Affidati ad un centro specializzato in psicomotricità dell’età evolutiva e non lasciarti abbattere dalle difficoltà. Il trattamento terapeutico da ottimi risultati.

    in risposta a: Disturbo della condotta. #1552
    Paola Chiesa
    Moderatore

    Carissimo Ettore, come per tanti altri disturbi psicologici si ritiene che a causare questa problematica concorrano fattori biologici, ambientali, genetici, psicologici e sociali. Possiamo annoverare fra gli altri una storia famigliare difficile, una disciplina incoerente da parte dei genitori, una storia di abuso, l’uso di sostanze stupefacenti nel gruppo parentale, un evento traumatico. I soggetti che sviluppano questo disturbo poi sembrano non provare senso di colpa e rimorso, essere privi di empatia.

    in risposta a: Disturbo oppositivo provocatorio (DOP) #1516
    Paola Chiesa
    Moderatore

    Cara Lidia, non dimenticare che i comportamenti disturbanti e aggressivi di Dario sono basati su difficoltà metacognitive e di mentalizzazione. Il piccolo non è in grado di sviluppare un’adeguata consapevolezza dei vissuti, dei sentimenti e dei bisogni degli altri. Dario non si rende conto veramente di come si comporta. Quindi per prima cosa non accettare le sue provocazioni, rispondigli sempre formulando richieste in positivo senza negazioni. Stabilisci delle priorità, non puoi intervenire contemporaneamente su tutti gli atteggiamenti sbagliati. Non adottare una disciplina ferrea, colpevolizzante ed umiliante. Concentrati sull’esecuzione di nuovi comportamenti positivi, piuttosto che sull’eliminazione di quelli problematici. Punisci solo i comportamenti più gravi.

    in risposta a: Bulimia nervosa #1509
    Paola Chiesa
    Moderatore

    Carissima, possiamo dire in senso semplicistico che i fattori scatenanti che contribuiscono allo sviluppo del disturbo, sono di tipo psicologico, fisiologico e ambientale. Alla base della bulimia nervosa ci sono pensieri disfunzionali e possiamo affermare che si tratta di un disturbo autoperpetuante. Irene ha un’errata percezione, preoccupazione e valutazione del proprio corpo che comporta un controllo rigido ed estremo della dieta, alternato ad abbuffate compensatorie che, dopo un’illusione di sollievo, acutizzano il senso di inadeguatezza, disistima e depressione. Devi avere pazienza e non colpevolizzarti a tua volta, resta aperta all’ascolto e falle sentire il tuo appoggio scevro da giudizi. Sarebbe importante e fondamentale ricorrere ad adeguato supporto terapeutico.

    in risposta a: Autismo e scuola #1391
    Paola Chiesa
    Moderatore

    Grazie ad un corretto ed efficace programma terapeutico, in genere si riesce ad aiutare il soggetto autistico ad acquisire i prerequisiti necessari per l’inserimento nella scuola dell’obbligo. I genitori devono essere coinvolti attivamente nell’iter terapeutico insieme al corpo docente. Ci deve essere una comunicazione aperta e sincera sulle difficoltà che si incontrano e insieme si aiuta Betta a sviluppare una concreta integrazione.

    in risposta a: Genitori impauriti #1388
    Paola Chiesa
    Moderatore

    L’autismo è un disturbo molto complesso da affrontare e le vostre emozioni, i vostri vissuti, sono assolutamente giustificati. Non abbiate timore nel cercare l’appoggio di figure professionali preparate per aiutarvi a contenere ed affrontare le vostre paure e i vostri dubbi.

    Le modalità psicomotorie delle quali mi parla, si possono classificare come attività di autostimolazione e/o autoerotismo. Spesso questi movimenti ripetitivi si possono considerare tentativi di mantenere gli “oggetti” sempre in un determinato posto, di evitare che l’ambiente si modifichi.

    Qualsiasi cambiamento genera nel soggetto autistico un senso di angoscia intollerabile. La ripetizione quindi equivale ad un mantenimento dell’oggetto e risulta tranquillizzante.

    in risposta a: Atto di bullismo #1385
    Paola Chiesa
    Moderatore

    Innanzitutto dovete cercare di trasmetterle fiducia, sicurezza e valori forti in cui credere. No all’eccessiva indulgenza, senza però eccedere con atteggiamenti punitivi e rigidi. Dovete cercare di motivarla con stimoli positivi. Spesso dietro l’atteggiamento da bullo si cela un malessere profondo, un disfunzionamento della personalità e dello sviluppo affettivo. Un supporto terapeutico può essere fondamentale per risolvere sul nascere una situazione che ancora non si è incancrenita.

    in risposta a: Comportamento strano #1382
    Paola Chiesa
    Moderatore

    Cara nonna Maria, purtroppo il quadro che mi dipinge fa pensare. Per prima cosa bisognerebbe con delicatezza ed empatia, provare ad approcciare l’argomento con Matteo, sensibilizzandolo al confronto. Il dialogo e la consapevolezza sono fondamentali per affrontare e tentare di risolvere il disagio e nel caso il comportamento e l’atteggiamento non si modifichino, coinvolgerei la scuola e uno psicologo. La vittima e il bullo sono talvolta il frutto di una situazione familiare e sociale di crisi. La mancanza di dialogo è alla base di una società fondata sul far finta di nulla L’aspetto peggiore del cyberbullismo poi è la possibilità di colpire il bersaglio in ogni momento, facendolo sentire vulnerabile anche in quei luoghi dove generalmente dovrebbe sentirsi più sicuro.

    in risposta a: Si può ricadere nell’anoressia? #1379
    Paola Chiesa
    Moderatore

    Purtroppo sì e dal comportamento di Agnese deduco che è nella fase di negazione, non vuole ammettere di essere nuovamente in difficoltà e quindi è importante intervenire tempestivamente, prima che la situazione diventi cronica.

    Devi starle vicino, sostenendola senza colpevolizzarla, non ergerti a giudice, ma parlale con dolcezza, cercando di comprendere il suo disagio.

    Non esitare nel cercare aiuto in un centro specializzato.

    in risposta a: Difficile rapporto con cibo #1374
    Paola Chiesa
    Moderatore

    Buongiorno Emma,
    purtroppo i disturbi del comportamento alimentare hanno radici profonde nel vissuto emotivo, psicologico e fisico di chi ne soffre.

    Bisogna affidarsi ad un’equipe specializzata che spesso comprende: internista, psicologo e psichiatra. Parliamo di problemi importanti che si riflettono anche sulla salute dei soggetti e che devono essere trattati con serietà e professionalità, l’auto cura non sortisce alcun risultato.

    in risposta a: Alla sera che fare? #1371
    Paola Chiesa
    Moderatore

    Non voglio essere causa di discussioni famigliari, ma mi vedo d’accordo con lei: i bambini la sera non devono essere sovrastimolati, quindi no a giochi attivi, rumori forti e luci violente, bisogna invece creare un ambiente rilassante e ovattato.

    in risposta a: Addormentarsi con fatica #1368
    Paola Chiesa
    Moderatore

    Cara Claudia,

    è fondamentale per aiutare il bambino ad addormentarsi correttamente, instaurare da subito un rituale fisso che il piccolo associerà al momento del sonno e del riposo.

    Una buona abitudine può essere raccontare una favola o cantare una ninna-nanna dopo aver espletato tutte le operazioni di pulizia: bagnetto, cambio del pannolino, pigiamino… Il bimbo deve essere sempre coricato quando è ancora sveglio, deve imparare ad addormentarsi da solo, nella sua “conforte zone” e non nelle braccia di un adulto.

    Non bisogna precipitarsi a consolarlo al primo vagito o piagnucolio, bisogna lasciargli un po’ di tempo affinché trovi il proprio ritmo di addormentamento. Nel caso i lamenti dovessero persistere si deve cercare di consolarlo senza necessariamente prenderlo in braccio, ma parlandogli con dolcezza e facendogli intuire la nostra presenza. Anche la presenza di un oggetto transizionale, un orsacchiotto, un pupazzo, può aiutare il piccolo a prendere sonno.

    in risposta a: Logopedista, si o no? #1363
    Paola Chiesa
    Moderatore

    Cara Angelica,

    ha sicuramente ragione nell’affermare che oggi c’è una sensibilità e un’attenzione più critica nella valutazione delle varie fasi di sviluppo del bambino, ma questo non può essere che un bene, perché ci aiuta a fornire ai nostri figli gli strumenti per una crescita sana ed equilibrata.

    Non trascurerei il consiglio delle maestre di suo figlio, Ettore potrebbe avere un problema di DSA che con una diagnosi precoce può essere facilmente controllato e risolto. La logopedista, grazie ad una terapia di riabilitazione, può aiutare suo figlio a migliorare il linguaggio e la comunicazione. Questo tipo di disturbo se trascurato, può provocare nel soggetto che ne soffre bassa autostima, isolamento, rabbia.

    in risposta a: Mamma preoccupata #1360
    Paola Chiesa
    Moderatore

    Cara Gianna,

    innanzitutto non colpevolizzarti inutilmente, ci sono bambini che manifestano un naturale interesse per la scrittura prima dell’età scolare e in questo senso è giusto soddisfare la loro curiosità, ed altri che non manifestano quest’esigenza e pertanto non vanno forzati prima del tempo.

    Da quanto mi racconti Edoardo probabilmente ha un problema di deficit dell’apprendimento, questo non significa che è meno intelligente degli altri bambini o non normale. Semplicemente ha bisogno di percorsi educativi speciali, perché le sue reti neuronali funzionano in modo diverso. Ora è importante una corretta e tempestiva diagnosi per intervenire in maniera adeguata permettendo al piccolo di riguadagnare il terreno perduto riconquistando anche sicurezza in se stesso e senso di adeguatezza.

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